Presentazione di Marco FASOLA
Ho incontrato Feo Del Maffeo all'inizio dei 2000.
Stava in una fotografia, nudo; alle spalle il muro scrostato di uno studio RSI in rifacimento. Un uomo nudo in uno studio nudo: essere e avere, un uomo è un uomo indipendentemente da cosa lo ricopra mentre uno studio vuoto è soltanto una stanza. Oppure uno scherzo, infiliamoci di soppiatto in mezzo al cantiere e via, un selfie è ancora meglio che suonare i campanelli e scappare. E intanto: quanto tempo c'era voluto per la posa e lo scatto? Abbastanza per rischiare che qualcuno entrasse? E ancora: autoscatto o complice? E poi: cosa. diamine. stavo. vedendo?
Cercai di ritrovare la mia morale ottocentesca in fondo al pozzo delle reazioni istintive ma niente, non pervenuta. Al suo posto trovai l'incredulità, poi l'ammirazione, poi l'ilarità e una specie di nervosismo riflesso - mi immaginai nella stessa situazione e vi giuro che è un'immagine che vorrei vedere. Serve un "undo" per le immagini mentali.
Chi era quel tizio? Ero sicuro di averlo visto nei corridoi, ma a) uno spiritosone infiltrato; b) un artista concettuale; c) un fricchettone; d) un collega non identificato? (Soluzione: "all of the above").
Stavo guardando un Feo v. 3.0, sbucato da una v. 1.0 nascosta in un passato a me sconosciuto insieme a tutte le versioni α e β. La 2.0 ok, adesso ricordavo: dj/animatore fresco fresco a Rete Uno. Sei qui da cinque minuti e già fai l'artista? Cos'altro fai nella vita? In quanti siete lì dentro?
Sono passati quindici anni buoni e ancora non ne ho idea: umorista, conta/cantastorie, reporter, gourmet, viaggiatore, come ti concentri su un Feo ne appare un altro nella coda dell'occhio. Fidatevi, ci ho una coda dell'occhio lunga così.
E il Feo Del Maffeo pittore? È pittore, grafico, calligrafo? Anche lì, come mi concentro su una caratteristica ne appare un'altra. Ho alcune opere sue appese in giro e non so se le ho finite, devo rileggermele ogni tanto per vedere se per caso non sia apparso qualche nuovo particolare.
E vorrei lanciarmi in una critica-spot per obbligarvi moralmente ad apprezzare i quadri che vedrete; ma francamente, non distinguo la Gioconda da un poster di Maradona per cui fate voi. Mica faccio l'artista, io.
FEO DEL MAFFEO (1952) "È una storia che ho già raccontato: a una mostra dedicata a Piet Mondrian, in cui c'erano praticamente tutti i suoi quadri più famosi, composti da figure geometriche colorate, sono rimasto sorpreso dall'ultima opera, questa incompiuta, in cui lo schema dell'ennesimo gioco di forme era abbozzato con strisce di cerotto, a delimitare gli spazi che poi sarebbero stati riempiti di colore. Sorpreso perché avevo pensato fino ad allora, ingenuamente, che tutti i grandi artisti dipingessero linee e figure geometriche pressoché a mano libera. Ho deciso in seguito di fare mio quel metodo. Da cosa nasce cosa, e i colori costretti dentro nastri adesivi si sono pian piano liberati e hanno assunto forme, sono diventati sagome, molto spesso scrittura che li accompagna, ma il metodo del cerotto non è mai stato abbandonato"
Feo Del Maffeo (1952)
Esposizioni precedenti:
2010 Spazio ex TG - RSI Comano
2013 Bibliocafe Tra – Lugano
2016 Centro Culturale – Schinoussa (Grecia)